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Servizio Civile - I volontari raccontano: le nuove tappe

Cogliamo l’occasione dell’apertura del bando volontari MIPAAF - in scadenza il prossimo 5 febbraio 2018, come ricordato in una precedente nota - per riprendere il nostro viaggio di conoscenza attraverso le esperienze di servizio civile dei nostri volontari. Torniamo oggi alla “Fattoria di Alice” di Viterbo, sede del progetto “BIO - Benessere, Inclusione, Orientamento” della cooperativa socia Alicenova, dove operatori specializzati affiancati da volontari in servizio civile offrono l’opportunità a persone con disabilità di intraprendere un percorso terapeutico-riabilitativo di agricoltura sociale. Ma cosa vuol dire prestare servizio all′interno di realtà come queste? Lo abbiamo chiesto proprio a due volontarie, Arianna e Letizia, che ci hanno raccontato il loro operato quotidiano e le loro esperienze a stretto contatto con persone diversamente abili. 


Abbiamo iniziato chiedendo a entrambe cosa le abbia spinte a scegliere questo progetto di servizio civile. Per Arianna non si tratta di un’esperienza del tutto nuova, avendo svolto già un tirocinio universitario in fattoria. Secondo lei, lavorare circondati dalla natura può contribuire in modo importante al benessere emotivo e fisico delle persone coinvolte nel progetto. Letizia ha deciso di intraprendere questo servizio non solo in ottica lavorativa, ma anche formativa. 


Sia Arianna che Letizia sono inoltre concordi nell’affermare che le loro aspettative circa lo svolgimento del Servizio Civile hanno trovato riscontro nelle attività che svolgono in fattoria. È soddisfacente per Arianna notare di essere apprezzata e accettata nella realtà della disabilità, così come per Letizia, che ogni giorno sente di ricevere qualcosa in più a livello personale. 


Essendo Arianna una studentessa di Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura, le competenze che sta acquisendo (nell’ambito del rispetto ambientale e dell’agricoltura biologica) sono, a suo parere, sia utili che attinenti al suo percorso di studio. Dello stesso parere è anche Letizia, che apprezza le competenze professionali acquisite grazie all’agricoltura sociale e alle attività di laboratorio in cui avviene la trasformazione delle materie prime. In più, grazie all’interazione con le ragazze dello SVE (Servizio Volontario Europeo), ha l’opportunità di perfezionare le lingue studiate, in particolare l’inglese, il tedesco e il russo. Allo stesso modo, anche le volontarie europee -provenienti da Germania, Portogallo, Russia e Ungheria- che prestano servizio per un anno presso la cooperativa Alicenova, alternandosi in tre progetti apprendono competenze professionali e migliorano la propria conoscenza della lingua italiana, arricchendosi naturalmente anche dal punto di vista personale. 


Ma in cosa consiste la loro attività? Letizia spiega che in fattoria, a rotazione e a seconda del periodo dell’anno, si svolgono numerose mansioni, dalla formazione professionale in negozio o in laboratorio, alla cura degli animali e alla manutenzione del verde. Arriva poi il momento della raccolta e delle rispettive attività ad essa legate, come la vendemmia, la raccolta delle olive, la potatura e la semina, o il rapporto con i Gruppi di Acquisto Solidale (G.A.S.). 


Arianna e Letizia ci hanno poi raccontato di come operare a stretto contatto con persone con disabilità le stia aiutando a crescere personalmente oltre che professionalmente. Nel caso di Arianna, rapportarsi ogni giorno con situazioni nuove e differenti le sta permettendo di conoscere sempre meglio se stessa. Anche Letizia si sente ormai parte integrante di una famiglia che le regala quotidianamente un bagaglio di esperienze preziose e stimolanti. 


Abbiamo poi domandato alle volontarie quali siano le loro aspettative per il prossimo futuro ed entrambe hanno espresso il desiderio di poter proseguire la loro carriera lavorativa in questo settore, a stretto contatto con “questa parte della società che spesso viene dimenticata da molti”


Per concludere la nostra breve intervista abbiamo chiesto ad Arianna e Letizia di parlarci di un aneddoto o un’esperienza particolarmente toccante che pensassero potesse racchiudere il significato più autentico dell’esperienza che stanno vivendo. Arianna ci ha raccontato di un’occasione in cui un ragazzo che “non parlava mai con nessuno” le si è avvicinato, iniziando a raccontarle tutte le sue emozioni riguardo al Natale, senza fermarsi per almeno una decina di minuti. In quella circostanza ha percepito di essere accettata nel contesto della Fattoria e dei ragazzi che la frequentano. Mettendosi nei panni di quel ragazzo disabile, ha capito di essere in quel momento per lui una persona amica, con cui parlare senza paura, senza il timore di essere giudicato o di non essere ascoltato davvero. Per Letizia, invece, anche soltanto i piccoli gesti della quotidianità racchiudono in se l’essenza della sua esperienza. “I saluti quando si arriva e quando si va via, i ‘confronti’ nelle giornate no, o anche il solo capirsi con uno sguardo”: questo è per lei l’esempio più grande del bel rapporto che si è instaurato tra lei e la comunità della Fattoria. 


Facciamo tesoro delle esperienze di Arianna e Letizia, con la consapevolezza che donare il proprio tempo, le proprie energie a qualcuno che ne ha reale bisogno continua ad essere un grande strumento di aiuto, di crescita personale ed una fonte inesauribile di esperienze uniche.


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Servizio civile - Pubblicato il bando volontari MIPAAF


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