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Il Parsifal minaccia di sospendere l’assistenza domiciliare
debiti verso cooperative, servizi comunali a rischio
Fiuggi- La pazienza del consorzio Parsifal è giunta al capolinea.

Con una lettera indirizzata al comune di Fiuggi e al Prefetto di Frosinone a firma del presidente Dario Ceci il consorzio che comprende la cooperativa Emmaus, la quale gestisce sul territorio comunale il servizio di assistenza domiciliare e Telesoccorso ha minacciato di cessare i servizi se entro il prossimo 21 febbraio il comune di Fiuggi non salderà i debiti pregressi. Un ultimatum, che se dovesse giungere a compimento lascerebbe Fiuggi e i cittadini più svantaggiati senza questi due servizi di assistenza. Nella missiva dai toni davvero duri, il consorzio Parsifal che scrive per conto della cooperativa Emmaus che gestisce i servizi in oggetto, dovuto all’ormai cronico ritardo di codesto comune nel pagamento delle spettanze dovute. Si precisa che alla data odierna il consorzio Parsifal è creditore di 167229,87 euro, e la cooperativa Emmaus di 41108,18 euro per fatture inevase dal 2 gennaio 2003, per un totale di debiti a carico del comune pari a poco più di 208mila euro più gli interessi maturati: una cifra che si aggira intorno al mezzo miliardo di vecchie lire. Quindi l’ultimatum per il comune di Fiuggi << Avendo invano sollecitato più volte il comune di Fiuggi al pagamento di quanto dovuto senza alcuna risposta concreta se non di tanto in tanto saldando qualche fattura, con il procrastinarsi di sifatta situazione, oggettivamente non più sostenibile, dichiariamo la nostra indisponibilità a proseguire oltre con la gestione di detti servizi. A tal riguardo – conclude la lettera – indichiamo nella data del 21 febbraio prossimo venturo, quella possibile per il fermo delle attività di cui trattasi, se non interverranno nel frattempo esaustivi fatti nuovi tesi a risolvere quanto denunciato>>. Un brutto colpo per il comune di Fiuggi, l’ennesima pesante notizia che interpella le casse comunali e chiede una risposta certa entro una settimana.

Una risposta da mezzo miliardo di vecchie lire.

Francesco Sordo.